martedì 18 giugno 2013

Heart of Obsidian, di Nalini Singh

Heart of Obsidian  (Psy-Changeling, #12)Heart of Obsidian by Nalini Singh
My rating: 4 of 5 stars

Non sono riuscita a legare con questi personaggi come con altri della serie. Non fraintendetemi: il libro è scritto bene. La lingua usata è bella, rifinita, abile a rendere sensazioni, movimenti, pensieri, azioni. Tanti nodi vengono al pettine, la storia e il contesto nel quale si muovono i personaggi si fanno sempre più coinvolgenti, ci sono personaggi che amiamo e che appaiono, anche se alcuni di sfuggita, finalmente sono giunta a sapere chi aveva aiutato Annie durante l'incidente ferroviario...Si vede la progettazione attenta e intelligente che c'è dietro questa serie. Che è migliorata sempre di più. Tutte le volte che c'era un elemento che mi faceva problema, la scrittrice lo rifiniva nei libri successivi. Donne troppo succubi di uomini alpha? Eccoti Ashaya e Mercy, e che ci provino a controllarle. Troppo focus sul lato romantico? Eccoti Blaze of memory. Troppa insistenza sulla "compagna predestinata"? Eccoti Tangle of need, dove i due si scelgono (alleluya!).
Eppure in questo libro ciò che mi ha interessato e mi ha colpito sono stati i momenti in cui i tre gruppi lavoravano insieme contro PurePsy, il percorso di Kaleb nel libro, le apparizioni di cari volti noti, più che la storia d'amore tra i due, che occupa gran parte della trama. Non è che non sia appassionata. Lo è. Non è che non abbia elementi di grande intensità e pathos. Li ha. Non è che non ci sia un passato doloroso e un duro percorso per la felicità. Ci sono. Non è che non sia importante per tutto il resto della serie. Lo è.
Ma mi è successo un po' come per Acheron e Soteria, non ho legato con la loro storia. Sebbene fosse attesa, forse perché troppo attesa.
Ma c'è stata come una cosa strana...ad un certo punto, mi sembrava di leggere di Severus Piton. Non so che cosa ha scatenato questo collegamento, ma a un certo punto ho iniziato a vedere l'ombra di Piton dietro Kaleb. Forse quel discorso dell'unica cosa importante, quella per cui senza neanche pensare puoi dire che daresti qualunque cosa, l'unica persona con cui aveva un legame di affetto; forse la storia dell'infanzia; forse la fredda determinazione...Chissà. (Mi succede a volte con questa scrittrice, ad esempio anche il caso di Alice sospesa mi ha richiamato un personaggio di Marion Zimmer Bradley). Mi piace pensare che sia così che gli scrittori paghino i loro debiti, facendo rivivere e dando un futuro alternativo alle essenze dei personaggi che sono rimasti impressi in loro. In questo caso, sono felice se, in una qualche terra della fantasia, Piton ha riavuto la sua Lily.

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