mercoledì 12 giugno 2013

Che cosa vorrei rivedere al cinema

Ultimamente siamo andati al cinema abbastanza spesso, grazie a una serie di buoni e convenzioni. Perché a parte qualche coraggiosa e santa sala cinematografica che continua a proiettare film della passata stagione a un prezzo più che accessibile (€3), purtroppo le altre sale e catene di cinema sono talmente costose che piuttosto ti compri la parure di perle (vere).
Purtroppo i lungometraggi animati mi deludono quasi sempre, ahimé. Il 3D ha rovinato le storie perché si privilegiano soprattutto (e a volte solo) gli aspetti scenografici che in 3D dovrebbero dare un po' d'esaltazione (...?). E la storia, la trama, i dialoghi, le concatenazioni di eventi, la consequenzialità, un senso globale di uno sviluppo organico vanno a farsi benedire. Così, apprezzi, ma alla fine ti chiedi: "Ma qual era il succo della storia?..." Spesso la risposta non è che non la si trovi, non c'è proprio.
Allora nasce la nostalgia per quei lavori (che a questo punto diresti capolavori) che erano fatti con manovalanza da certosini, con scrupolo e acutezza, con cuore e sensibilità, con profondità pedagogica.
E che vorrei tanto rivedere al cinema.

*Porco Rosso, di Hayao Miyazaki. Un atto di amore all'Italia e al volo. Una storia intensa e dei personaggi indimenticabili. Delicato e delizioso e insieme struggente e profondo.



*Principi e principesse, di Michel Ocelot. Delizioso, dolce e ironico, con tanti echi dalle fiabe tradizionali e una grafica impeccabile nella sua essenzialità.



*La gabbianella e il gatto, di Enzo D'Alò. Semplice e profondo come il libro, con disegni dal tratto accattivante e scelte intelligenti. Bellissime le rime di Tognolini per la canzone di Kenga, accompagnata da una musica dolce e da immagini di simpatia unica, per un risultato struggente.


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