venerdì 25 novembre 2011

La donna nelle religioni monoteistiche

Ecco un testo scritto per la presentazione di un convegno a Forlì.



La ricchezza dell’apporto dato dal mondo femminile alla genesi e allo sviluppo delle religioni è enorme e la specificità femminile spesso è risaltata come una strada di crescita feconda delle religioni in un contesto multiculturale e multireligioso. Il ruolo della donna nella religione e nella società va ancora analizzato, esplorato, investigato, tutelato e promosso. Il femminile, a volte rimosso, altre volte imprigionato e umiliato, altre ancora depauperato del suo proprium o sublimato, è stato ed è nelle religioni un germe fecondo di dialogo e arricchimento, e quando ha potuto esprimersi ha radicato nell’essere umano gli elementi migliori della sua auto comprensione: fratellanza, accoglimento del diverso, speranza nel futuro, dinamicità della relazione, e non ha cessato di rivelare altri, sorprendenti, aspetti di Dio. In questo modo la donna – amata, temuta, angelicata, segregata – si rivela come cuore pulsante di una religiosità che nel cammino dell’essere umano non solo permette di riappropriarsi della propria identità - riscoprendosi come amante, compassionevole, nell’umiltà positiva dell’essere ancorati alla terra e nella piena libertà delle figlie e dei figli di Dio – ma anche di divenire prisma che sempre più riflette la ricchezza dell’Amore.



Sì, l'ho scritto io. La prima immagine, i volto della donna, che ho proposto per il volantino, è tratto dalla Leggenda della vera croce di Piero della Francesca che si trova nella chiesa di san Francesco ad Arezzo; la seconda è La salita di Maria Maddalena in Paradiso di Guido Cagnacci, un quadro di metà Seicento strepitoso, a mio giudizio.

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