mercoledì 23 novembre 2011

conosci te stesso

Gli autori mettono sé stessi nelle loro storie, ma forse avviene ancora di più, magari inconsciamente: si ritraggono, si ridisegnano, si proiettano.

Due esempi, tra i tanti che se ne potrebbero fare.

J.R.R. Tolkien. “Non per nulla le lezioni universitarie che teneva ad Oxford erano famose per le sue declamazioni, anche estrose, di antichi testi. Auden una volta gli scrisse: “Non credo di averle mai detto quale indimenticabile esperienza fosse per me, da studente, ascoltarla mentre recitava il Beowulf. La sua voce era la voce di Gandalf.” Egli aveva (…) una capacità vivificatrice…”  Dall’Introduzione di Gianfranco de Turris a J.R.R. Tolkien, Il medioevo e il fantastico, Milano 2003, pag. 11.

Hugo Pratt. Come racconta Eco in “Geografia imperfetta di Corto Maltese”, introduzione al volume di Hugo Pratt “Una ballata del mare salato”: “Ho sempre sostenuto che i disegnatori si disegnano nei loro protagonisti (…). Di Pratt non lo sospettavo. Ma un giorno, alla presentazione di un non so più quale libro o evento, l’ho incontrato alla Terrazza Martini di Milano e l’ho presentato a mia figlia, allora molto piccola ma già lettrice delle sue storie, e lei mi ha sussurrato all’orecchio che Pratt era Corto Maltese. Che il re sia nudo lo può dire solo un bambino.”

 Tolkien Gandalf (La pipa si trova in vendita su internet!).

 Pratt Corto Maltese

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